“Se il Comune di Como, ampiamente consapevole del maltempo incombente, non fa prevenzione, poi succede come stamattina, la città rimane ‘imballata’ e per forza bisogna chiudere le scuole perché sono irraggiungibili. Ma così significa alzare bandiera bianca di fronte a pochi centimetri di neve”, è il commento di Gabriele Guarisco e Tommaso Legnani, consigliere comunale e segretario cittadino del Pd, a proposito della nevicata che in città ha provocato non pochi disagi e della decisione dell’amministrazione comunale di chiudere le scuole. “Di fronte alla decisione del Prefetto di lasciare libera scelta ai sindaci se chiudere o meno le scuole, l’amministrazione comunale di Como ha optato per la prima solo in serata. La comunicazione alle famiglie è stata poco tempestiva, anche se si sapeva da giorni che oggi ci sarebbe stata questa situazione, ma proprio in virtù di questo, forse, si poteva evitare la chiusura – aggiungono –. Come? Semplicemente facendo uscire tutti i mezzi comunali carichi di sale e coprendo letteralmente le strade cittadine. Così, magari, stamattina non ci sarebbe stato il caos che si è verificato. O per lo meno, la viabilità sarebbe stata un po’ più scorrevole e facilitata. Si poteva decisamente essere più efficienti. Che serva di lezione per la prossima volta”, concludono i dem.
“Il primo pensiero che ho avuto leggendo la vicenda della baby gang è che bisogna lottare per non far chiudere i centri di aggregazione”, sono le parole di Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd, a proposito del fatto di cronaca.
“Sono intervenuta più volte in consiglio comunale contro la scelta sbagliata di chiudere il centro di aggregazione ‘La Pineta’ e per far proseguire la splendida esperienza del centro di aggregazione ‘L’Oasi’. Gli effetti della chiusura de La Pineta si vedono già nel quartiere: il centro offriva un’ottima possibilità di riscatto per i casi fragili, mettendoli in connessione con esperienze virtuose che stemperavano la vulnerabilità, come laboratori, serate a tema, confronto. Ora dove sono questi ragazzi?”, si chiede Lissi.
C’è una soluzione, secondo la consigliera Pd: “Ho ricordato, sempre in consiglio, il progetto ‘Party con noi’ che rientra nel programma operativo regionale Fondo sociale europeo per l’inclusione sociale. Ha come partner Mondovisione, Cooperativa Lotta contro l'emarginazione, Il gabbiano, Enaip, Csv, Asst Lariana, lo stesso Comune di Como e il Comune di Cantù.Le azioni sono l’uscita di una unità mobile nel contesto del divertimento e dell’aggregazione, sia diurna che serale, dove ci sono fenomeni di consumo di alcool e sostanze. Le finalità, la riduzione del rischio alla guida, i rapporti protetti e tutti i rischi connessi al consumo di alcool e sostanze che generano un’alterazione della coscienza. Sul piano dell’inclusione sociale, i soggetti giovani e fragili vengono accompagnati in un percorso personale. Per attivare il progetto è sufficiente chiamare gli operatori. Utilizziamolo, approfittiamo dei nostri splendidi centri di aggregazione, diamo l’opportunità ai giovani di avere delle alternative. A me non resta che sperare che le mie parole siano ascoltate dall’amministrazione comunale”.
Lissi chiosa con una riflessione che riconosce nella realtà: “I fatti dicono che la sicurezza è il presidio sociale dei territori, il monitoraggio e il controllo dei fenomeni. I cittadini devono sentirsi parte del territorio, devono sentirlo loro”.
“A seguito dell’approvazione dell’emendamento in Senato del DL Semplificazioni relativo alla regionalizzazione delle concessioni idroelettriche si ha l’occasione per porre rimedio a diverse criticità economiche e ambientali.
Saranno fondamentali le decisioni che verranno prese per la regolazione dei flussi idrici e degli impegni che le centrali dovranno mantenere nei confronti del territorio.
Importante è il contributo che tale modifica normativa può generare per attenuare il problema del livello minimo del Lago di Como.
Auspichiamo che, ora che la competenza viene affidata in Regione, sia l’occasione per poter coinvolgere e ascoltare le diverse parti interessate e costruire una proposta condivisa”, così Raffaele Erba, consigliere regionale del M5S Lombardia.